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La punizione e correzione della donna

Il sistema di correzione della donna nell'islam è applicabile in circostanze e condizioni determinate e precisissime. Detto sistema è nato dall'intento di preservare e rispettare l'umanità della donna e la sua dignità, ed è una vittoria contro lo spirito di vendetta e di rivincita. La società islamica è con questo molto lontana da quella occidentale in cui le statistiche indicano la crescita esponenziale della violenza esercitata sulla donna. Il fenomeno della violenza contro le donne è riscontrabile anche in alcuni paesi islamici, in cui l'islam è solo un nome e non mai una pratica.

Allah Altissimo dice nel (Corano 4:34):

"Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse." L'islam vieta di picchiare la donna e ammonisce severamente chi ricorre a questa pratica, dal fatto che la donna è tenuta per un essere debole, molto fragile, incapace di difendersi. Il profeta disse:

"Nessuno batti sua moglie come una schiava per finire a letto con essa, di notte.

" (Bukhari n° 4908)

Malgrado tutto, l'islam permette di correggere il comportamento della donna in circostanze speciali e in determinate condizioni, come quando la moglie si ribella al marito senza motivo accettabile. Umm Kulthum – Allah sia soddisfatto di lei- , figlia di Abu Bakr, riferisce:

"Quando si vietٍ agli uomini di picchiare le mogli, andarono dal profeta a lagnarsi di esse. Il profeta si rimise a loro ripermettendo loro di ricorrervi. Il profeta disse poi: "La famiglia di Muhammad ricevette la visita ieri di settanta donne che sono state battute." Si riferisce che aggiunse : "I migliori non ricorrono mai a battere le mogli.

" (Mustadrak n° 2775)

Nel versetto coranico sopra riferito, Allah Altissimo ci indica il modo di curare l'insubordinazione della moglie al marito: é una cura a volte amara, ma va accettata per raggiungere lo scopo mirato. La cura ha tre tappe:

- la prima tappa: quella del consiglio, dell'esortazione e l'ammonimento, agitando la punizione di Allah, ricordando i diritti del marito e l'obbligo di obbedirgli; il tutto con parole dolci ed affettuose. Se tutto questo non serve, si passa alla seconda tappa.

- la seconda tappa: Astenersi dall'avere rapporti sessuali con la moglie, non rivolgerle più la parola. É una tappa in cui si ricorre alla dolcezza e nel contempo alla durezza. Se anche questo rimedio non ha risultati, si passa alla terza tappa.

- la terza tappa: Si ricorre all'atto di picchiarla, senza violenza, senza provocarle una frattura, o lasciarle traccie, evitando sempre i danni al viso: lo scopo essendo di ristabilire la disciplina e non di fare del male o provocare danni, ma di farle capire che la sua insubordinazione è inammissibile. Bisogna ricordare qui che il profeta rispose un giorno a chi gli domandٍ: "Quale diritto ha la moglie sul marito?" : " Nutrirla quando ti nutri, vestirla quando ti vesti, non picchiarla al viso, non dirle mai : "Allah ti faccia più laida!" E non abbandonarla se non a casa.

" (Ibn Habbane n° 4175)

Battere la moglie ha quindi come condizione di non farsi nell'intento di assoggettarla, avvilirla o danneggiarla, ma di farlo per correggerla ed in caso assoluta necessità. Anzi, si riferisce che Ibn Abbas affermava che battere la moglie doveva farsi usando il bastoncino di siwak con cui di solito si puliscono i denti. Comunque, la violenza fisica è vietata dall'islam e il profeta insisteva a consigliare ai fedeli di prendere cura delle mogli: "Temete Allah quando avete da fare con le mogli: le avete scelte e prese con un patto sancito da Allah, ne godete in nome di Allah; vi devono obbedire e non permettere a nessun estraneo di calpestare il vostro letto, se lo fanno battetele senza eccessiva violenza; per il resto le dovete nutrire, vestire ed onorare.

" (Ibn Khuzeima n° 2809)

La tappa della correzione servirebbe nei confronti di due categorie di mogli, secondo le conclusioni degli specialisti di psicologia:

- la prima categoria: le mogli autoritarie: sono le mogli arroganti che provano piacere a sfidare i mariti per assoggettarli e comandarli.

- la seconda categoria: le mogli sottomesse: e sono quelle mogli che, per masochismo, trovano piacere ad essere picchiate e battute dai mariti. G. A. Hodfield, uno degli specialisti occidentali di psicologia scrive in un suo libro sulla psicologia e la condotta morale: "L'istinto di sottomissione cresce e la persona prova piacere ad essere assoggettata ed è così felice di sopportare il dolore. Questo istinto è molto diffuso tra le donne, benchè lo ignorino; perciò sono note per la loro capacità di sopportare il dolore meglio degli uomini. Questo tipo di donna è sempre più impressionata dal marito ogni volta che la batte e la tratta con brutalità e nulla è più patetico ai suoi occhi, di un marito sempre troppo dolce che non ha il senso della rivolta, anche se viene provocato."

La correzione fisica interviene come ultima tappa di un processo di educazione. L'islam autorizza di ricorrervi nel caso in cui l'esortazione e l'abbandono non hanno dato un risultato positivo. Inoltre non si ricorre alla correzione violenta se la donna preferisce piuttosto il divorzio alla subordinazione al marito. Comunque va sempre tenuto conto della necessaria cautela e della scrupolosa osservazione della discrezione da parte dei due coniugi: la correzione e l'educazione coniugale è una faccenda privata e tale deve rimanere tra i due coniugi, che devono guardarsi dal permettere ai figli o agli altri parenti di esserne al corrente. Usare la violenza è uno dei mezzi dell'educazione: il padre ad esempio vi ricorre per raddrizzare il comportamento dei figli, il maestro fa lo stesso con gli alunni...Infine, nello stesso versetto riferito, Allah Altissimo indica che l'educazione finisce con la dimostrazione dell'obbedienza da parte della moglie: "Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse."

Perciò è facile capire che lo scopo che si vuole raggiungere attraverso le tre tappe di educazione riferite è proprio di stabilire o ristabilire l'ordine con cui l'islam vuole preservare la famiglia dalla disgregazione, evitando la dispersione dei figli e le conseguenze psicologiche negative che accompagnano il divorzio dei genitori.

Sarà opportuno far menzione qui di alcune statistiche britanniche , molto eloquenti: il numero di donne battute violentemente dai mariti è passato da 6400 nel 1990 a 30.000 nel 1992, poi a 65.400 nel 1995; ci si aspetta che tale cifra cresca per raggiungere alla fine del 20° secolo, ben 124.400. Dette statistiche sono state stabilite attraverso solo i dati giunti alle questure. Quanti saranno i casi che non sono stati comunicati alla polizia? E quante saranno mai le donne battute dai mariti, su scala mondiale?